«Aprire l'agenda 4.0 a cooperative e pmi. Mettere la persona al centro dello sviluppo» è quanto richiesto dal presidente Maurizio Gardini a “La cooperazione nella trasformazione digitale del lavoro: tra innovazione e resilienza” il workshop organizzato da Alleanza Cooperative Italiane nell'ambito del G7 Italia "Innovation Week". L’evento, con il Patrocinio della Presidenza Italiana del G7 e in partnership con il Ministero del Lavoro ha affrontato, tra interventi e tavole rotonde, i temi che rientrano nell’agenda dei Ministri del G7 Italia 2017. I lavori hanno visto i saluti di Mauro Lusetti, copresidente Alleanza Cooperative Italiane. Gli interventi di Maurizio Gardini presidente Alleanza Cooperative Italiane; di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Marco Leonardi, docente all'Università di Milano, Giuseppe Guerini, presidente di Cecop/Cicopa, Jean Louis Bancel, presidente Cooperatives Europe Trebor Scholz della New York Univesity, Andrea Bernardi della Oxford Brookes University, Sebastiano Maffettone ed Eugenio Prosperetti della Luiss Guido Carli, Hernst Hafen, dell'Istituto per i sistemi molecolari di Zurigo e Gianluca Salvatori, AD di EURICSE. Lectio magistralis di Yochai Benkler della Harvard University.
Segue la sintesi della relazione del presidente dell'Alleanza Cooperative Maurizio Gardini
“La cooperazione nella trasformazione digitale del lavoro”: «In questo unico evento “parallelo” al G7 in svolgimento a Venaria affrontiamo il tema della rivoluzione digitale».
Il rapporto tra cooperative e “agenda 4.0”. Utili e persone vadano di pari passo. Sì all’innovazione senza danneggiare occupazione «Le cooperative nascono per rispondere ai bisogni delle comunità, creare lavoro buono e di qualità. Utili e persone occupate devono andare di pari passo. Non si possono sacrificare le persone sull’altare del profitto nel nome della digitalizzazione. La nostra posizione è si all’innovazione che crea occupazione».
Le cooperative davanti all’innovazione. Da dove partiamo? «Nel mondo 3 milioni di cooperative danno lavoro a 280 milioni di persone: il 10% del totale degli occupati. Le 300 più grandi cooperative hanno un fatturato di 2.500 miliardi di dollari. Se fossero riunite in un paese sarebbero la settima potenza mondiale. Il movimento cooperativo in Italia conta oltre 13 milioni di soci e 1,3 milioni di occupati, di cui il 52,8% è donna. Realizza un fatturato di 161 miliardi di Euro. L’Alleanza delle Cooperative italiane ne rappresenta oltre il 93% per fatturato e l’85% per occupazione. Questi numeri non vogliono celebrare la cooperazione, ma evidenziare che le cooperative sono da sempre anticipatrici di futuro. Il nostro sistema imprenditoriale non avrebbe oltre 160 anni di storia se non avesse avuto la capacità di innovarsi e di anticipare l’innovazione: nel credito, nell’agroalimentare, nel consumo, nel sociale, nel lavoro, nella pesca, nell’abitazione, nella cultura».
Il lavoro che cambia e la formazione: bene governo su credito imposta in formazione «Alcuni settori saranno più esposti alla riduzione di lavoratori sostituiti dall’automazione. In Italia, si stima che nei prossimi 15 anni saranno circa il 15% della forza lavoro, per oltre 3 milioni di lavoratori in agricoltura, nel commercio e nella manifattura. I lavoratori più qualificati saranno meno esposti. Questo ci deve portare a un investimento straordinario nella formazione e nell’istruzione. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori sono impegnati in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%.
Formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro. L’Alleanza Cooperative Italiane attraverso Foncoop, strumento unitario, nell’ultimo anno ha investito in formazione 31 milioni di euro che hanno interessato poco meno di 100.000 lavoratori. Fa bene il governo a proporre il credito d’imposta per le attività formative sulle nuove tecnologie nella prossima legge di bilancio».
Come cambieranno i rapporti di lavoro: Nuova governance e partecipazione lavoratori «I nuovi lavori (gig work) saranno sempre più intermittenti, precari. La discontinuità dei rapporti di lavoro comporterà la necessità di prestazioni sociali, pubbliche e non solo: dalla portabilità della previdenza complementare, alla necessità di non perdere forme di sanità integrativa. Le imprese dovranno puntare sempre più sul coinvolgimento dei lavoratori nella gestione dell’impresa. Sui nuovi assetti di governance e di gestione del lavoro l’impresa cooperativa offre modelli, migliorabili, ma ampiamente collaudati e replicabili».
Proposte della Cooperazione 4.0 per il lavoro e l’impresa: alcuni suggerimenti per il lavoro che cambia «L'alternanza scuola-lavoro è appena agli inizi (e siamo già in enorme ritardo), ma anche la pratica dei tirocini universitari è recente e ancora da mettere a regime. È tempo di dar vita a politiche attive per il lavoro con soggetti in concorrenza, valutati e premiati sul risultato anche attraverso un sano ed equilibrato partenariato pubblico-privato che sia valutato e premiato sulla base dei risultati. Il modo migliore per tutelare le transizioni nel mercato del lavoro passa attraverso una stretta connessione tra politiche attive e ammortizzatori sociali. Bisogna potenziare e mirare la formazione continua secondo le esigenze delle imprese privilegiando quelle di non breve termine. Questo tema va esteso anche alle iniziative di autoimprenditorialità per implementare le competenze necessarie. Va messo poi in campo uno sforzo ancora maggiore sui temi dell’alfabetizzazione digitale secondo noi sottovalutata».
“Industria 4.0”: Governo apra la cabina di regia all’Alleanza Cooperative Italiane «In Italia come nel mondo, la digitalizzazione dei processi produttivi non è quindi solo “Industria 4.0”, ma anche “Cooperazione 4.0”. Richiamiamo l’esigenza che il piano italiano sia aperto, nella sua cabina di regia e non solo formalmente, anche all’Alleanza delle cooperative italiane. Dedicare un programma del governo alle imprese di dimensioni medio – grandi che premia gli investimenti di grandi dimensioni accentuerebbe la polarizzazione tra poche grandi imprese e l’ossatura imprenditoriale delle pmi italiane».
Considerazioni finali «L’innovazione deve essere al servizio delle imprese, del lavoro e dei cittadini, e non il contrario. È così che si continua a lavorare per un futuro più solido e coeso, per rilanciare l’economia, ma soprattutto per concorrere a determinare il bene comune».